martedì 2 febbraio 2010

E’ nato I-Pad!

Si avvicina l’avvento del lettore di eBook ideale? La Apple ha presentato ufficialmente il suo nuovo I-Pad. E’ abbastanza facile prevederne un successo travolgente! Arriverà sul mercato italiano verso Marzo o Aprile del 2010 ad un prezzo non proprio economico (stimato tra 500 e 850 dollari) ma comunque accettabile per la platea, abbastanza estesa, dei fan patiti di prodotti tecnologicamente avanzati, preziosi ed esclusivi. La Apple conferma la sua abilità nell’utilizzare immediatamente tutte le innovazioni hardware e software per sintetizzare e prevedere i prodotti che il proprio acquirente affezionato (ed un poco snob) si attende. Le caratteristiche principali sono: dimensioni 24x19 cm, spessore meno di 1,5 cm, durata della batteria ricaricabile di 10 ore, memoria flash da 16GB a 32GB fino a 64GB. Dimensioni totali e di lettura, spessore e peso (circa 700 gr.) praticamente simili a quelle di un comune libro a stampa … ma capacità di uso e di registrazione a livello di un portatile. Le altre caratteristiche tecniche di base sono: processore System-on-a-Chip Apple A4 a 1GHz ad alte prestazioni e consumi ridotti, schermo LED Multi-Touch retroilluminato ad alta risoluzione da 9,7 pollici e angolo di visualizzazione di 178°, tastiera virtuale sullo schermo, Wi-Fi (802.11 a/b/g/n), Bluetooth 2.1 + EDR, bussola digitale e posizionamento Wi-Fi, audio mono integrato e microfono, sensori per luce ambientale e accelerometro; 3G con trasferimento dati veloce, GPS assistito e rete cellulare sono disponibili solo per i più costosi modelli Wi-Fi + 3G. Steve Jobs nel presentarlo ha detto: “iPad is our most advanced technology in a magical and revolutionary device at an unbelievable price”.

http://www.youtube.com/watch?v=NRQ0Aq1XzdE&feature=player_embedded

Ma Amazon, che si ritiene la più qualificata produttrice e distributrice di eBooks ribatte che il Kindle è più economico per il costo della piattaforma e dei libri senza considerare anche il costo della connessione telefonica che (in USA) è gratuito per tutta la vita dell’apparecchio; inoltre sottolinea la superiorità della sua tecnologia a inchiostro elettronico (più nitida e utilizzabile in pieno sole) e la brevità del tempo di utilizzo (10 ore contro una settimana circa dei propri dispositivi). Altre critiche (schermo più piccolo, minore memoria, mancanza di porte Usb …) ed accuse di aver creato un clone del suo P38 arrivano dalla Shenzhen Great Loong Brother Industrial Co che lo commercializza in Cina da più di sei mesi. Google intanto lascia filtrare indiscrezioni sulle caratteristiche del suo Google Tablet: schermo da 10,1 pollici, tecnologia multi touch, 64GB SSD, processore ARM basato su NVIDIA Tegra, WiFi, 3G, Bluetooth, Ethernet, USB, webcam, e lettore multi-card uscite audio ed altro ancora.

 

Vediamo, quindi, cosa manca all’ I-Pad e cosa effettivamente offre per il mercato consumer. Per le manchevolezze più evidenti è presto detto: nella versione presentata manca di una videocamera (oggi integrata in ogni netbook), non ha la connessione telefonica, non ha uno slot per sd-card, non ha prese USB o uscite HDMI e sopra tutto non possiede il multitasking (può compiere, infatti, una sola funzione alla volta). Quello che offre e un completo e quanto mai agevole accesso a tutta una serie di servizi: da E-mail a foto e video, da YouTube a iTunes e App Store, ecc. Sono a disposizione anche un calendario e una rubrica contatti; è possibile anche una ricerca con Spotlight ed una registrazione di di appunti e annotazioni da digitare con la tastiera virtuale. A prima vista sembra un po’ poco per il famoso tablet che dovrebbe rivoluzionare la pubblicazione e la distribuzione di giornali, riviste e libri in un futuro ormai prossimo. Probabilmente Amazzon e Kindle riusciranno ancora a difendersi validamente ma la capacità, da parte della Apple, di stringere alleanze, di individuare e percorrere nuove vie commerciali, di coinvolgere sviluppatori di applicazioni, ecc., fanno prevedere veramente un grande successo per l’I-Pad e per le sue nuove versioni (che secondo le consuetudini ormai consolidate saranno sicuramente già in cantiere). Le carte migliori da giocare per l’I-Pad, oltre all’appeal di un prodotto Apple, sono l’applicazione iBooks e il previsto iBook Store dove effettuare l’acquisto diretto dei testi secondo la stessa filosofia che ha portato al successo iTunes. Tra i partner dell’operazione sono già annunciate importanti case editrici come Hachette, Macmillan, Penguin, Simon & Shuster, ecc.

 

Naturalmente la battaglia è appena iniziata e si svolgerà prevalentemente con i nuovi “tablet pc” che promettono caratteristiche più complete, ed una filosofia di approccio al problema degli eBook meno proprietaria e commerciale, … in qualche modo più liberista riguardo alla diffusione a pagamento di pubblicazioni e informazioni. La filosofia di approccio al problema della Apple è chiaramente individuabile, oltre che nella mancanza del multi-tasking e di una vera tastiera, anche nella scelta del sistema operativo: iPhone OS anziché un Mac OS X modificato per schermi multi-touch. Il sistema iPhone OS, infatti, esclude l’utente dal controllo diretto dei percorsi di salvataggio e apertura dei dati. La filosofia di approccio liberista, al contrario, vede nel I-Pad un oggetto praticamente inutile, incapace di fare tutto quello che può fare un qualsiasi laptop o un economico netbook con touchscreen. La battaglia, quindi, a nostro avviso, si svolgerà essenzialmente su questa filosofia di approccio: preferire un semplice lettore digitale o un vero e proprio mini-computer portatile capace di utilizzare liberamente e contemporaneamente ogni applicazione desiderata?

 

Difficile prevedere gli sviluppi del mercato, ma sicuramente si può dire che per l’immediato futuro si assisterà ad una diversificazione: da un lato il TabletPc touchscreen (forse più sottili e leggeri) capaci di leggere eBook, ePaper, ecc., ma anche dotati di processori e sistemi operativi multitasking e di quanto manca all’ I-Pad (fotocamera, webcam, tastiera, porte USB, ecc.); dall’altro i semplici lettori (probabilmente a colori) dotati di alcune funzionalità aggiuntive (per visualizzare foto e filmati, consultare e-mail, connettersi a Internet, prendere appunti, ecc.) che faranno della leggerezza e portabilità (vedi i già in arrivo schermi flessibili extralarge ad alta risoluzione e tecnologia touchscreen) l’arma migliore.


sabato 30 gennaio 2010

Breviario di Multimedialità (2)

Glossario di tecnologie e componenti e multimediali.

 

Cosa serve:

Una Sorgente (File, Telecamera, Tv o Videoregistratore), un Encoder (PC, Streamfactory, Stream Genie, ecc.), un Server, un Player. Il software disponibile è prodotto da Real Networks (Real Player, Producer, Server), dalla Microsoft (Windows Media Player, Media Encoder, Media Server), dalla Apple (QuickTime, Streaming Server), dalla Darwin OpenSource, ecc.

 

Protocolli di servizio:

Sono individuati dalle sigle: HTTP (lento e trasparente ai firewall), TCP (diffuso per i trasferimenti), UDP, IETF (Derivazione dell’UDP), RTP (Real-Time Protocol), RTCP (Real Time Control Protocol), RTSP (RealTime Streaming Protocol), MMS (Microsoft Media Server) MMSU, MMST, MSBD, ecc.

 

Le immagini:

Le immagini sono un’insieme continuo di luce e colore. Le immagini digitali possono essere “Vettoriali” (AutoCAD DWG, WMF, ecc.) di alta qualità e precisione oppure “Mappe di bit” (Bitmap) con perdita di qualità (compresse) o senza perdita di qualità (non compresse). Principali formati grafici: Targa (.TGA), TIFF (.TIF), CompuServe (.GIF), JPEG (.JPG), PC Paintbrush (.PCX), Windows Bitmap (.BMP), PNG (.PNG).

 

Codifiche:

Le codifiche dei colori utilizzate sono RGB (per il PC), YUV (per la TV), CMYK (per le stampe).

 

I suoni:

Il suono è un segnale continuo (analogico) udibile per l’orecchio umano tra 16 Hz a 20KHz. Un CD Audio è codificato a 44125 Hz cioè 44125 intervalli al secondo. Le caratteristiche distintive del suono digitale sono il “Campionamento” e la “Quantizzazione”. I principali formati audio usati sono: Real Audio, QuickTime, MicrosoftWave (.WAV), MPEG Audio (.MP3), AudioInterchange (.AIF o .AIFF), MicrosoftNetShow (.ASF), YamahaSoundVQ (.VQF), ecc. Per memorizzare il suono con campionamento a 8 bit e con una frequenza di 6000 Hz per 60 secondi sono necessari circa: 60000 x 60 x 8 bit = 360 Kbyte. Per memorizzare una canzone con campionamento a 16 bit e con una frequenza di 50000 Hz per un minuto sono necessari, ad esmpio, 60 x 50000 x 2 byte = 12 MB.


Formati video analogici:

Anche se largamente superati dalla nuova tecnologia digitale sopravvivono ancora sul mercato amatoriale i seguenti formati su nastro: VHS e VHSc (Standard più diffusi e meno qualitativi), S-VHS e S-VHSc (Migliorano la qualità e la risoluzione del VHS), Video 8 di Sony (Leggermente migliore del VHS), Video 8Hi (Migliore come qualità a livello consumer).


Formati televisivi:

Il formato televisivo italiano è conforme al sistema PAL costituito da 625 righe 25 fps interlacciate. Esistono anche i formati NTSC: 525 righe 30 fps (U.S.A.) e SECAM: 625 righe a 25 fps (Francia).

 

Formati video digitali:

Formato DV, formato AVI, formato MPG,  MS Video for Windows (.WMV), Flash Video Movie (.FLV), Apple QuickTime Windows (.MOV), Adobe Filmstrip (.FLM), Autodesk Animation (.FLI o .FLC ), RealMedia AudioVideo (.RA  .RM  .RAM), Microsoft NetShow (.ASF), ecc. Il formato MPEG nelle varie versioni, per la sua qualità e compressione, ha soppiantato quasi ogni altro formato.

 

Alcune caratteristiche:        

Luminanza: Intensità luminosa di un punto dell’immagine (Y). Crominanza: U e V. Sono i canali che trasportano i colori detti anche R-Y e B-Y. RGB trasporta il segnale in termini di porzione di 3 colori. L’interfaccia S-Video trasferisce il segnale con 5 fili; con il composito (YC) tutte le informazioni vengono raggruppate in un singolo segnale

 

Compressione dei formati video digitali:

Perché è necessario comprimere un filmato digitale? Senza una compressione un filmato di 2 ore a 25 fps con “Quantizzazione” a 8 bit per ciascuno dei tre colori occupa 104GB. Calcolo di esempio per un clip formato PAL a 720x 576 pixel: 720 x 576 x 8 x 3 x 25 = 30MBs

 

Lo Streaming:

Le “Tecniche di streaming” permettono di ridurre il tempo morto di scaricamento ad un piccolo ritardo iniziale, senza richiedere alcuno spazio sul disco locale. Non esiste un vero e proprio file ma piuttosto un flusso ( stream ) continuo di bit. Il file richiesto viene infatti visualizzato al momento, senza un preventivo download. Per il download di 500KB a 6KBs, ad esempio, occorrono oltre 90 s   Mancando la tecnica di streaming serve una notevole “Quantità di banda” e un  notevole tempo per scaricare un file. Real time (Radio, Tv): Più qualità è più banda.

Siti dove scaricare ebooks gratuiti?

Anche in Italia è possibile scaricare gratuitamente degli eBook.

Ecco alcuni siti dai quali è possibile effettuare il download:

http://manybooks.net/

http://www.biblio-net.com

http://www.ebookgratis.it/

http://www.ebookgratis.net/

http://www.letturelibere.net

http://www.letteraturaitaliana.net

http://www.liberliber.it/biblioteca

http://www.readme.it

Breviario di Multimedialità (1)

Testi, Ipertesti e Ipermedia:

Testo: è un ambiente in cui le informazioni sono collegate tra loro in modo sequenziale, secondo uno schema stabilito dall'autore.

Ipertesto: è un ambiente in cui le informazioni sono collegate tra loro in modo reticolare, non sequenziale, secondo uno schema definito dall'autore ma in modo tale che il lettore possa personalizzare il percorso di lettura.

Ipermedia: è un ambiente in cui le informazioni sono organizzate utilizzando i linguaggi e i codici di più mezzi di comunicazione all'interno di una struttura reticolare e non sequenziale, secondo uno schema definito dall'autore ma in modo tale che il lettore possa personalizzare il percorso di lettura.

L'esigenza di organizzare le informazioni in modo da renderle rapidamente reperibili viene espressa dallo studioso americano Vannevar Bush, che in As We May Think (1945) immagina una macchina dall'aspetto di una scrivania dotata di numerosi scherm (Memex, memory extension) che gestisce una grande quantità di documenti, sotto forma di microfilm, collegati tra loro. Lo segue negli anni '60 Ted Nelson, autore di Literary Machines (1965), il quale descrivendo un ipotetico sistema (denominato Xanadu) per la gestione delle informazioni distribuite in tutto il mondo conia il termine "ipertesto".

Il termine ipertesto riguarda l'organizzazione delle informazioni, che è completamente differente rispetto ai mezzi di trasmissione delle conoscenze del passato. L'organizzazione non è più basata sul modello lineare e sequenziale della scrittura e della stampa, ma è reticolare e caratterizzata da una consultazione selettiva.

Le informazioni sono organizzate in unità informative (lessie, secondo R. Barthes) identificabili in nodi; i nodi informativi sono collegati tra loro da link, elementi come pulsanti o hotwords (parole calde, parole sensibili) che quando vengono attivati dall'utente provocano salti verso altre direzioni, dando al testo una sorta di terza dimensione.

L'altra caratteristica determinante dell'ipertesto, oltre alla reticolarità, è l'interattività, che modifica l'esperienza della lettura e capovolge il rapporto autore/lettore: il lettore può stabilire il percorso da seguire (fino ad un certo punto). Nel fare ciò può correre il rischio di disorientamento e di aggiungere un sovraccarico cognitivo (cognitive overhead), in quanto nel momento in cui legge è impegnato nell'esplorare le direzioni possibili.

L'ipertesto rappresenta la materializzazione della intertestualità, nozione secondo cui ogni testo è necessariamente in rapporto con altri testi, allude ad essi, anzi, è originato da altri testi più che essere creazione del suo autore.

All'intertestualità si affianca l'intratestualità, riguardante però le relazioni interne di un testo. L'organizzazione ipertestuale viene spesso paragonata al pensiero e al procedere per associazione di idee.

Quando le informazioni non sono più solo di tipo testuale ma sono costituite da testi, suoni, immagini e animazioni, quello che era un ipertesto in senso stretto diventa un ipermedia.

martedì 26 gennaio 2010

Dal libro all'eBook: una conversione obbligata

Anno Nuovo … giornali e riviste, come ormai è consuetudine, riempiono i primi numeri dell’anno con consuntivi e previsioni. Accanto alle solite paginate di oroscopi, di sunti (più o meno interessanti ed oggettivi) su quanto successo nell’anno appena trascorso, compaiono anche articoli che si propongono di fare il punto sulle nuove tecnologie che condizioneranno i prossimi anni. Molti articoli si occupano dell’eBook e preconizzano che sarà la novità che più condizionerà i prossimi anni, alcuni già ipotizzano la fine del libro di carta e scenari drammatici come la scomparsa delle librerie o addirittura delle biblioteche, altri ancora, scetticamente più cauti, confinano l’eBook in un ruolo secondario … un fenomeno di nicchia che avrà una lentissima evoluzione.  In fondo, è probabile che abbiano tutti una parte di ragione.

 

Cosa distingue l’eBook da un libro tradizionale

 

Non certo il contenuto … parole, frasi, concetti, immagini illustrative ma semplicemente il modo di trascriverle e riprodurle: non più con i tradizionali caratteri tipografici componibili ma con i più versatili fonts elettronici: un format non più tipografico ma digitale. La prima conversione di un testo in formato digitale si fa risalire al lontano 1971 (Michael Hart) ma solo dagli anni ’90 le grandi case, per prima la Sony, si interessarono della possibile nascita di un nuovo modo di pubblicare. Una prima considerazione: il termine ormai viene usato sia per individuare un testo codificato in formato digitale (file o cartella di file) che il supporto tecnico che lo contiene (CD-Rom, memoria flash, ecc.) come pure il mezzo hardware che ne consente la fruizione. Elementi diversi che incidono tutti, in modo rilevante, sulla nascita, lo sviluppo ed il destino finale di questo nuovo mezzo di pubblicazione. Usiamo volutamente il termine “mezzo di pubblicazione” invece che il termine “editoriale” per marcare una diversità di approccio rispetto a quelli troppo interessati delle case editrici. Non vanno dimenticati, infatti, gli interessi giganteschi che la nascita dell’ eBook può in qualche modo disturbare ne gli effetti devastanti che una diffusione rapidissima può avere su tutta la “filiera” che oggi produce e distribuisce le pubblicazioni a stampa. 

Continua   (post provvisorio in preparazione)